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“Non si muore per amore”, è davvero così? La risposta della scienza e come guarire in fretta

Un grave disagio emotivo o psicologico può causare la sindrome del cuore spezzato. Vediamo di cosa si tratta e quanto può essere pericolosa.

Che non si muore per amore è una gran bella verità, cantava Lucio Battisti. Ma siamo sicuri che sia proprio così? Di certo, ci si può andare vicino. La “sindrome del cuore spezzato” è una vera e propria condizione medica che a quanto pare può essere equiparata all’infarto, con esiti (fortunatamente in rari casi) anche mortali. Le donne hanno maggiori probabilità di sperimentare questo disturbo, ma è più probabile che sia fatale per gli uomini. Quali sono esattamente le cause? E quali i rimedi?

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Rotture sentimentali, tradimenti di partner o amici e traumi emotivi possono arrecarci un vero e proprio dolore fisico. (Mamme.com)

I fattori scatenanti di questo tipo di disturbo includono rotture sentimentali, tradimenti di partner o amici e traumi emotivi. La ricerca scientifica ha dimostrato che il disagio emotivo innesca il rilascio di ormoni dello stress, come le catecolamine. Quando proviamo angoscia psicologica o emotiva, si innesca la stessa parte del cervello che risponde al danno fisico con il dolore fisico. Il dolore emotivo si avverte anche fisicamente. Il “crepacuore” provoca dolore fisico. A seconda della persona, i “dolori di cuore” possono essere associati a disturbi digestivi come mal di stomaco e nausea. Ma non è tutto.

Quando l’amore ci mette KO

Il dolore emotivo può influenzare i processi cognitivi, portando a problemi di memoria o difficoltà a esprimersi verbalmente. Può colpire il sistema respiratorio e farci lottare per riprendere fiato o trattenere il respiro. Il sistema nervoso può esserne a sua volta colpito, provocando debolezza alle ginocchia, senso di intorpidimento o di estrema spossatezza. Idem il sistema circolatorio: la pressione sanguigna può aumentare, il cuore potrebbe cominciare a battere troppo forte e, nei casi più gravi, letteralmente “rompersi”.

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Circondarsi di persone che ci accettano e ci amano per quello che siamo è la “cura” migliore per un cuore spezzato. (Mamme.com)

Insomma, la sindrome del cuore spezzato, nota in ambito medico come cardiomiopatia takotsubo o cardiomiopatia da stress, è un rischio reale: una vera e propria risposta fisiologica a molteplici forme di trauma, tra cui crepacuore, perdita di una persona cara e altri fattori di stress significativi. Le persone che ne soffrono hanno molti degli stessi sintomi dell’attacco cardiaco, compreso il dolore toracico “schiacciante”, anche se le arterie sembrano funzionare regolarmente.

Lo stress iniziale può innescare una sovrapproduzione di catecolamine, che colpiscono il cuore. Come accennato, tale sindrome viene diagnosticata più spesso alle donne che agli uomini. Inoltre, le prime se la cavano meglio dei secondi e hanno un tasso di mortalità inferiore (forse anche perché possono essere meno propensi a cercare aiuto per i sintomi del “cuore spezzato”).

Cosa guarire? Non esiste un percorso facile per curare un cuore spezzato. I trattamenti tipicamente consigliati sono la cura farmacologica e il riposo a letto. Ma solo il tempo e l’autoconsapevolezza potranno fare nel lungo termine la differenza. Importante anche seguire una dieta sana, ricca di frutta e verdura fresca. E circondarsi di persone che ci accettano e ci amano per quello che siamo. Vivere bene e andare avanti senza energie negative è la migliore rivincita.

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