È consuetudine credere che le madri godano di un certo potere di influenza sui figli maschi, ma sarà vero? Cosa dicono gli esperti.
La mamma è sempre la mamma, si dice. Tuttavia, non sempre un genitore conosce le esigenze più profonde dei propri figli. Talvolta agisce a ruota libera, senza considerare quanto le sue parole ed azioni possano influenzare potenzialmente la crescita della prole. Occorre riservare maggiore attenzione al rapporto madre-figlio, in quanto implica lo sviluppo di una dinamica che, se non controllata, finisce per rovinare il processo di maturazione del piccolo.
Quest’ultimo, divenuto adulto, non saprà interfacciarsi con la realtà se prima non si è consultato con la mamma. Gli psicologi sono da sempre affascinati da tali dinamiche. La relazione con la figlia femmina si presenta infatti diametralmente opposta.
In alcune famiglie, mentre la futura donna viene educata all’indipendenza domestica ed alla praticità autonoma, il futuro uomo rischia di interiorizzare l’obiettivo di cercare qualcuno che possa occuparsi di tutto questo al suo posto. Le compagne divengono così le sostitute delle madri e finiscono per lamentare legittimamente la manifestazione di comportamenti infantili e poco collaborativi. La colpa è proprio di colei che si è rifiutata di tagliare il cordone ombelicale.
Quando la mamma diventa un problema
In una famiglia funzionale, un figlio maschio ed una figlia femmina dovrebbero essere educati allo stesso modo. Per entrambi dovrebbe essere stabilito un percorso volto alla collaborazione domestica, all’indipendenza pratica, alla concezione imprescindibile della divisione dei compiti e alla necessaria maturazione psico-emotiva. Tuttavia, in alcuni nuclei famigliari tali elementi fondanti diventano appannaggio esclusivo del genere femminile, mentre per il maschio ci pensa – appunto – la mamma.
Ebbene, gli uomini educati alla passività e al concezione di servilismo del genere femminile, diventeranno una palla al piede per le future compagne. Per questo sentimento inconscio di dovuta ed incondizionata riconoscenza, non riusciranno mai a negare alla mamma i suoi desideri e richieste. Assoggettati alla figura genitoriale dominante, lasceranno che la fidanzata o moglie sopperisca alla sua assenza e riserveranno le maggiori attenzioni a colei al quale credono di dovere tutto, anche la vita.
Insomma, la mamma è sempre la mamma, è vero. Tuttavia, è doveroso sottolineare che una mamma con la M maiuscola saprà tagliare con decisione il cordone ombelicale, favorendo così la maturazione pratica ed emotiva del figlio che ha concepito e cresciuto. Lo affiancherà nella consapevolezza che, ad un certo punto, dovrà fermarsi e lasciare che il pargoletto prosegua il suo percorso di vita autonomamente. Non si intrometterà nelle decisioni riguardanti la sua esistenza e lo sosterrà anche laddove le sue scelte non siano in linea con i suoi desideri.