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Mamme lavoratrici, occasione da cogliere al volo: non sai ancora in cosa consiste l’esonero contributivo?

Per le mamme lavoratrici c’è un’agevolazione da cogliere al volo promossa dall’ultima Legge di Bilancio. Si tratta dell’esonero contributivo.

In famiglia spesso e volentieri sono le madri a ritrovarsi a sostenere il peso maggiore nella crescita dei figli, specialmente quando sono molto piccoli. Con più bimbi a carico e il proprio lavoro a cui pensare la faccenda diventa anche più complessa. Per questo la Legge di Bilancio 2024 ha voluto introdurre una nuova agevolazione dedicata a loro, partita il 1° gennaio in forma sperimentale.

Esonero contributivo per le mamme
Le mamme lavoratrici hanno una nuova agevolazione da quest’anno. – (mamme.com)

Bisogna precisare fin da subito che le mamme prese in considerazione sono coloro che hanno un contratto di lavoro dipendente, lasciando fuori le libere professioniste. Non fa differenza che si sia impiegate nel settore pubblico o in quello privato, ma è necessario che la madre stia lavorando a tempo indeterminato, sia che si tratta di un orario part-time che full time.

Un altro requisito indispensabile per questa agevolazione è il fatto di avere almeno due figli a carico. Se il più piccolo ha meno di dieci anni. Dal 2025 infatti si prevede che le mamme lavoratrici beneficiarie subiranno un’ulteriore scrematura, perché si dedicherà la misura solo a quelle che hanno tre o più figli e solo se il più piccolo risulta minorenne.

Come funziona l’esonero contributivo per le mamme lavoratrici

Chi rientra nelle categorie indicate è esonerato al 100% dal pagamento degli oneri contributivi. Per la precisione si tratta dei contributi dovuti per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti. Il tetto massimo a cui si applica l’esonero è fissato a 3.000 euro all’anno, soglia che va riparametrata su base mensile. La validità di questa agevolazione durerà fino al 31 dicembre 2026.

Agevolazione per le mamme lavoratrici
Le mamme lavoratrici possono avere un’esonero del 100% dei contributi se hanno almeno due figli. – (mamme.com)

Dato che in Italia non mancano situazioni familiari complesse occorre fornire alcune precisazioni. Se si hanno due o tre figli e il più grande o i due più grandi durante l’anno corrente dovessero uscire dal nucleo familiare permane il diritto all’esonero. Lo stesso principio vale in caso il figlio risulti a carico ma non viva nella stessa casa della madre, che può capitare per ragioni di lavoro.

Le mamme lavoratrici che desiderano beneficiare dell’agevolazione in questo caso non devono compilare la domanda sul sito dell’INPS ma informare il proprio datore di lavoro. Nella comunicazione da trasmettere andrà indicato il numero dei figli a carico con in più i codici fiscali di ciascuno di loro.

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